Il diavolo giallo - Massimo Siviero

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Le opere
 
 
 

Raffinerie dell’oppio e mercato sempre più fiorente della droga nel Mediterraneo. Anni ’80. Nella provincia di Napoli il clan dei Marsigliesi, dopo il tramonto a metà dei ’70 con arresti e decimazione dei vertici, è tornato ad agire attraverso il racket dell’edilizia e del contrabbando, della prostituzione e della droga. Esplode la guerra con la nuova camorra di provincia. Il Marsigliese trascorre giornate terribili, tutti vogliono farlo fuori.
Antoine, negli anni caldi del soggiorno francese, aveva lavorato bene. Non era mai stato preso con le mani nel sacco per reati gravi. Era un disonesto con la fedina pulita. Con un solido conto in banca ha dato un calcio al passato ed è rientrato a Napoli. Ma gli amici marsigliesi tentano di farlo rientrare nel giro o di farvelo uscire del tutto: con un funerale.
Ma ora è diverso. Un delitto raccapricciante e insolito tiene in fibrillazione il commissario Abruzzese. In un cassonetto un netturbino trova la testa mozzata di una giovane entraineuse che lavorava in uno dei locali in via Caracciolo. Il guaio è che “Il Gatto Nero” appartiene al Marsigliese e manca il corpo di quel macabro rinvenimento. Il rituale è tipico della malavita d’oltralpe, delitti eccellenti avvenuti in precedenza parlano chiaro. Ma i magistrati inquirenti concentrano i sospetti sullo spazzino. Un poverocristo colpevole forse solo di alcolismo e di avere una moglie infedele. Di questo è convinto il commissario, della sua innocenza. Antoine è costretto a collaborare con la polizia. Comincia una caccia mozzafiato dove dialoghi serrati e ritmo delle azioni non lasciano un solo attimo di pausa alle pagine del romanzo.

 
 
 
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